Autunno darwiniano

Il governo Renzi ha una strategia

Il presidente del consiglio, rimasto impermeabile ai rilievi del Fondo monetario internazionale, quasi non fossero stati fatti, ha rilanciato, promettendo una nuova diminuzione delle tasse. Non si tratta più della sola prima casa, ma di quelle sul profitto. In soli due anni scenderebbero al 24%, in teoria ad un livello di pressione fiscale inferiore a quello vigente in Francia, Germania e Spagna. Questa volta non si tratta di un’arma di distrazione di massa, come qualche brillante osservatore ha scritto a proposito della promessa abolizione dell’Imu, da parte di un leader politico in calo nei sondaggi, e tormentato dai casi Marino e Crocetta. Al contrario, il premier sta affinando una precisa strategia economica per incidere sulla crisi. Mentre spiegava il suo piano di sgravi fiscali, l’aula del Senato approvava tagli alla sanità per un pacchetto di 2,3 miliardi nel 2015 e altrettanti nel 2016 e nel 2017. Un intervento formidabile in un campo delicatissimo, che sarà destinato a trasformare il servizio sanitario nazionale. L’intervento non può essere ancora valutato nelle sue esatte implicazioni, ma c’è già chi ha scritto che la salute di molti pazienti sarà messa a rischio. Tanto che lo stesso gruppo del partito democratico alla Camera ha chiesto al ministro della Salute, nel question time di mercoledì, quali provvedimenti sono allo studio e come si intenda garantire il mantenimento di un efficiente servizio sanitario. Oggi si capisce perché il governo ha cacciato Cottarelli. Renzi non intende ridurre la spesa della pubblica amministrazione o delle partecipate, che come sappiamo perdono miliardi ma sono un serbatoio di voti per il suo partito che ha ramificazioni negli enti locali, province e Regioni, ed aziende di Stato, degne di quelle costruite nell’arco di un cinquantennio dalla Dc. Per provare a far quadrare i conti, Renzi attacca direttamente la Sanità, che pure ha bisogno di una riforma, ci mancherebbe, bisogna solo capire come verrà fatta. Poi si butta sulle eredità, che vuole tornare a colpire per coprire le defiscalizzazioni promesse. Tutto questo potrà piacere o meno ma è una strategia del governo che ne definisce chiaramente la faccia. Aspettiamo volentieri di saperne di più per dare un giudizio di merito. Vedrete però che dal prossimo autunno si parlerà di un governo darwiniano, dove solo i più forti potranno riuscire a sopravvivere.

Roma, 29 Luglio 2015